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AZERBAIJAN: UNA TERRA DI BARBARI

AZERBAIJAN: UNA TERRA DI BARBARI


In questi giorni a Bàku, capitale dell’Azebaijan si sta tenendo il concorso canoro Eurovision. Molti stati tra cui l’Armenia hanno rifiutato e deciso di boicottare l’evento; i motivi sono molto validi, vediamoli.

Un termometro della mancanza totale di ogni diritto sono proprio i modi violenti con cui in questi giorni il governo Azero ha trattato esponenti dei diritti umani e i cittadini della capitale. Parliamo di una capitale, che vista dal turista sembrerebbe uno specchio, ma ad un’attenta analisi si capisce che il regime Azero preclude a molti degli abitanti la sua frequentazione. Ogni forma di dissidenza viene punita con la tortura ed il carcere e l’esclusione economica. Ricordiamo che fino a pochi anni fa, gli Azeri, che sono musulmani, andavano in giro per le città a tagliare centinaia di gole di civili innocenti per il solo fatto che non erano mussulmani come loro. Il grande scacchista Gareghin Kasparyan (Gary Kasparov russizzato) di origini Armeno-Ebraiche ha dovuto abbandonare la sua città natale. La guerra del Karabagh è il prodotto di questa xenofobia degli azeri. Gli Usa da parte loro hanno da subito sfrutttao questi attriti per mettere solide basi e sfruttare il petrolio che in Azerbaijan è considerato il più pregiato per la sua purezza. Da 20 anni si trascina la questione Karabagha. Questione risolta per gli abitanti del Karabagh, che di avere rapporti con l’Azerbaijan non ne sentono. In Karabagh vivono cittadini di cultura Armena che rifiutano la musulmanizzazione e appiattimento culturale Azero. L’Azerbaijan fa presente che alcuni ex abitanti Azeri del Karabagh hanno dovuto andarsene durante la guerra per non fare ritorno. Cosa vera, ma altrettanto vero che prima di ciò migliaia di Armeni sono fuggiti al taglio delle gole organizzato con il compiacimento delle autorità Azere e sono stati espropriati di ogni avere. Non dimentichiamo inoltre che le deportazioni Staliniane hanno creàto queste difformità culturali nel Caucaso, e non da ultimo la spinta riproduttiva abnorme della popolazione di religione mussulmana.

In ogni càso questo concorso musicale, è stato la riprova della totale violazione dei diritti dei cittadini: pestaggi, deportazioni, detenzioni, schedature, defezioni, pestaggio di giornalisti, che stanno facendo da corollario a questa edizione di Eurovision.

http://latimesblogs.latimes.com/world_now/2012/05/azerbaijan-iran-activist-critics-eurovision.html

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