CHIAMIAMOLI OMICIDI NON SUICIDI, E TROVIAMO I COLPEVOLI

Le morti dei nostri lavoratori veneti vengono chiamate suicidi perchè quando c’è un suicidio non esiste colpevole. Se si potesse farebbero addirittura sparire quei corpi così da poterli chiamare dispersi.
A noi non interessa chi preme il grilletto, chi tira la corda o chi taglia le vene. A noi interessano i mandanti, noi vogliamo i nomi di coloro che mantengono e supportano una situazione che causa la morte dei nostri veneti e del nostro popolo. Si tratta di veri e propri omicidi, chiamiamoli così.
Resta solo da definire la premeditatezza o colposità.
Pertanto la nostra indagine ci porta a comprendere che vi sono degli omicidi, con degli essere umani portati alla disperazione dal modo di agire di persone che hanno in mano le nostre vite.
Chi sono questi uomini? Vivono a Roma, sono così lontani ed indefiniti?
Oppure li troviamo sotto casa magari dentro il Consiglio regionale Veneto?
Lo sapete qual’è il più grande nemico della libertà? Erich Fromm analizzando l’ascesa del nazismo, arrivò alla conclusione che il miglior alleato di Hitler fu la passività. Ecco, alla stregua di ciò, l’escalation di omicidi dei nostri veneti, l’immiserimento del nostro popolo e terra, sono da imputarsi proprio alla passività di chi ci governa più da vicino, di chi potrebbe fare e non fa.
Costoro sono gli uomini che hanno in mano le sorti del popolo veneto, sono coloro a cui basta un cenno per far ritornare questa terra libera. Loro sanno e quindi ogni loro inobtemperanza è la prova inconfutabile che sono colpevoli di omicidio. Clodovaldo Ruffato e Luca Zaia sono colpevoli di omicidio; le morti dei nostri imprenditori pesano sulla loro coscienza e presto un tribunale li giudicherà senza pietà, senza quella pietà che neppure loro hanno avuto di fronte alle tragedie immani che noi tutti soffriamo.