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Indipendenza!

COLPO DI STATO O RIVOLUZIONE? L’ITALIA È FINITA

COLPO DI STATO O RIVOLUZIONE? L’ITALIA È FINITA


Che cosa sta succedendo, dove stiamo arrivando?

Ci fanno credere e vorrebbero lasciare tutto così e parlano di riforme, di manovre, di misure straordinarie. Intanto mettono tappi per riempire i buchi in una diga che sta per crollare.

Non hanno capito che non si tratta di cambiare nome, di cambiare faccie, di cambiare colore. La questione è che siamo di fronte ad una rivoluzione. 150 anni di dominazione italiana saranno un ricordo come lo fu la Jugoslavia. L’Italia è un cadavere e non l’hanno capito o fanno finta di non capire, perchè conviene loro prolungare il saccheggio. E’ appunto il saccheggio l’ultima fase di un entità geopolitica.

I golpe sono quei pseudocambiamenti di sola facciata, mentre le rivoluzioni spazzano vìa ogni cosa, ogni privilegio, ogni potere, e permettono situazioni completamente nuove. La differenza è quella in cui si potano le piante di un giardino oppure si sradicano. Ecco, siamo di fronte ad un sradicamento dei vecchi canoni che ci hanno tenuto in prigione, che hanno bloccato il progresso, che hanno favorito l’instaurarsi di una specie politica cronica, pensionistica e statale di privilegiati, di parassiti. Tutto questo sta per finire. Nel 2006 il filosofo e scrittore veneto Raffaele Serafini annunciò la fine dello stato italiano entro 10 anni e lo fece con un articolo che al tempo destò perplessità in molti, ma che ora diventà una realtà sempre più evidente. Il Veneto per primo diventerà Indipendente politicamente e a lui seguiranno le isole, il sud Tirolo, il Friuli, la Val D’Aosta fino allo smembramento di quel poco che resterà dell’italia. A farne le spese sarà la chiesa cattolica, l’esercito italiano parassita, i pensionati di alcune regioni, gli statali e tutta la classe politica che vedrà sparire pensione e vitalizi, e quei finti imprenditori e banche quotati sulla borsa spazzatura di Milano, che non hanno mai conosciuto la parola: libero mercato e onestà, e che hanno vissuto solo di stato, di “aiuti”, di cartelli, di “compiacenze”.

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