COMPETIZIONE O COOPERAZIONE E LIBERO SCAMBIO? LA FILOXOFIA VINCENTE

Secondo la filosofia economica dominante, il modello competitivo sarebbe quello che fa crescere maggiormente l’individuo ed anche la società. Ma è proprio vèro? Non siamo forse vittime di un lavaggio del cervello propagandistico che vuole giustificare lobbysmo e monopoli?
Facciamo un analisi di questo modello prendendo esempi nella società occidentale di oggi e mettiamoli a confronto con modelli cooperativistici, dove la gente coopera invece di farsi la guerra.
Innanzitutto precisiamo che il modello chiamato “capitalismo” non è assolutamente lo specchio di ciò che dice di essere. Non viviamo assolutamente in un mondo dove vìge la legge del libero mercato, e per capirlo è sufficiente guardare ai monopoli che gli stati nazionali mantengono, le accise, le tasse sugli scambi e mediazioni. Guardate il prezzo di produzione della benzina o della corrente elettrica, il prezzo base di un qualsiasi oggetto ed il suo prezzo in negozio. E come non bastasse ce lo ricordano le aziende statali e parastatali dove il potere politico socializza i costi per privatizzare i profitti. Non da ultimo i monopoli di stato, il controllo lobbyzzato delle materie prime, e i cartelli fra aziende che i garanti fanno finta di non vedere.
Premesso ciò analizziamo in modo comparativo i mali che il modello competitivo moderno crèa rispetto ad un modello cooperativistico dove gli uomini e la società mettono in comune e scambiano liberamente le cose, i servizi, la conoscenza.
Iniziamo:
1)In internet attraverso programmi di peer to peer, la gente scambia e condivide di tutto. Tutto gratuitamente, in tempo reale senza muoversi da casa. Invece i soliti predicatori del libero mercato ma che giocano a monopoly, vi vogliono obbligare a comperare tutto, persino l’acqua potabile in bottiglia (Fanta e& Coca-cola company). Tutte queste multinazionali sono riuscite a vendervi uno dei composti più presenti al mondo l’H2O.
Musica, libri, video ve li vogliono vendere, anzi ve li vogliono rivendere ripetutamente nascondendosi dietro diritti d’autore, copyrights… che sono solo pretesti per non avere concorrenza. La filosofia di queste aziende e dei sistemi politici dove crescono, è quella di schiavizzarvi attraverso la produzione di beni di consumo, la cui vendita e distribuzione è sotto sotto monopolizzata.
2)I programmatori grazie ai “blocchi di programmazione” possono risparmiarsi montagne di lavoro e modificare, migliorare, creare programmi. Linux è un esempio di tutto ciò. Persino il principiante può modificare il sistema operativo. La condivisione e modifica libera dei blocchi di programmazione, permette la crescita individuale e collettiva su base volontaria. La dimostrazione è agli occhi di tutti: Microsoft Window che è un prodotto proprietario con costi folli funziona molto male e crea costi e ritardi del 30% superiori ad un sistema operativo basato su Linux. Anche in questo caso, la logica della condivisione genera prodotti superiori a quelli copyrightati e per di più gratis. Notate bene la filoxofia e potenza generativa della filosofia cooperativistica: gratis e qulitativamente migliore.
3)Vi ricordate la più grande enciclopedia cartacea mondiale? La Britannica fino a 10 anni fà era un lusso e solo i ricconi potevano permettersela. Adesso su internet c’è la Wikipedia che supera di alcune decine di volte qualsiasi enciclopedia cartacea e non solo. Wikipedia è aggiornata quotidianamente ed è gratuita! Anche il più misero umano può accedere gratuitamente alla wikipedia.
4)Vi siete mai chiesti perche in 150 anni di studi sulla locomozione automobilistica, viaggiamo ancora con il motore a scoppio? Motore che inquina l’aria, che inquina acusticamente, ed adopera un combustibile non rinnovabile, monopolizzabile e costoso! Azzardiamo un ipotesi, e non siamo gli unici. I motori ad aria compressa e i motori a corrente elettrica, erano troppo liberi, erano troppo poco monopolizzabili, in quanto l’energia di cui di avvalgono è facilmente reperibile e producibile. Troppa libertà, troppa condivisione scatena nelle lobby politico economiche che professano il capitalismo, una sorta di censura, di inibizione. Questi lobbysti si adoperano per stroncare sul nascere iniziative che potrebbero minare il loro modello economico e di conseguenza le loro rendite. Farebbero e tentano di fare lo stesso con il web.
5)Che cosa è la censura, la segretezza se non una forma di inibizione della condivisione? Tutti i regimi della terra, primo fra tutti gli Stati Uniti d’America, abbattono siti web di ogni specie, e sempre in nome del progresso che secondo loro è dovuto alle leggi restrittive sul copyright. Wikileaks e la guerra degli Usa contro di esso, sono la testimonianza di ciò.
6)I governi sono monopolisti del denaro e concedono alle grandi aziende amiche di stampare titoli. I cittadini sono stati privati di questo diritto e non possono creare carta moneta e neppure scambiarla. Il risultato è che ogni scambio è intensamente controllato dai regimi e i cittadini vengono spogliati con i processi inflazionistici. Anche in questo càso condivisione, scambio, libero mercato, vengono annichiliti dall’egoismo, e con conseguenze terribili per la società e l’individuo.
7)Perchè non condividere le vie di comunicazione: cavi, strade, acquedotti….? Il monopolio dei trasporti e comunicazioni obbliga milioni di persone a pagare pochi monopolisti per un qualcosa che potrebbe essere gestito tranquillamente da ogni singolo individuo o gruppo. Vuoi avere l’adsl? Ogni singolo cittadino si porta il cavo dentro in casa e il comune fornisce la “dorsale”. la strada davanti a casa ce la asfaltiamo come fanno in molte parti della terra, senza essere obbligati a pagare le tasse.
8)Vi siete mai chiesti perchè esistono gli ordini, le associazioni di categoria, montagne di certificati che debbono essere esibiti, ben prima di poter lavorare? Non è forse giusto che sìa il consumatore a scegliere chi vuole? Nel bene e nel male, chi consuma ha la responsabilità di informarsi e scegliere.
I certificati creano solo privilegi e monopoli e garantiscono ad alcuni di distribuire pezzi di carta ad un prezzo esoso. Si tratta sempre e comunque di pretesti per inibire il libero mercato, la condivisione e lo scambio. Se ho un certificato solo io, nessuno può fare il mio lavoro e quindi elimino la concorrenza.
9)Le società assicurative, sono una truffa colossale che gli stati garantiscono e mantengono. Pensiamo solo quali profitti genera una società di assicurazione e quanto pòco dà agli assicurati. Se invece cooperassimo e mettessimo in comune i costi assicurativi si abbasserebbero immensamente e ci comporteremmo con più onestà e responsabilità.
10)Immaginate per esempio se scambiassimo le automobili come ad esempio fanno certe comuni e società cooperativistiche. Faremmo crollare i fatturati delle multinazionali dell’automobile.
11)Il competitivismo è contro la cooperazione e per questo deifica il modello sociale del “single”. La famiglia di un tempo consumava troppo poco: un solo affitto, una solla bolleta, un solo frigorifero, … troppo poco. Se invece frammentiamo il gruppo in unità e disintegriamo la coesione sociale, ogni individuo diventerà “full consumer” ed acquisterà un oggetto non condiviso, acquisterà e consumerà da solo e per sè.
I figli dell’ideologia monopolista di chi a parole predica il libero mercato, sono: ignoranza, miseria, regresso, monopolio, pregiudizio, idiotizzazione, sfruttamento, lobbyzzazione, schiavizzazione, prezzi alti, privilegi, disagio sociale, frustrazione ………..
Credo che questi pochi esempi possano bastare, e mettano in gran evidenza il fallimento del modello competitivo, anzi la sua totale negatività sociale ed anche individuale. Il modello competitivo individualista ritarda il progresso, la crescita sociale, produce diseguaglianza, ed una serie inenarrabile di malefici sociali. E’ chiaro quindo lo sforzo mediatico e culturale che le grandi multinazionali e i politici debbono fare per rafforzare l’idea che il modello competitivo è salutare. Questo modello di per sè è poco credibile e quindi ha bisogno di essere drogato propagandisticamente al fine di far produrre consenso ai sudditi idiotizzati.