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CROLLI A CONFRONTO: URSS E BLOCCO NATO

CROLLI A CONFRONTO: URSS E BLOCCO NATO

NATO_468Alla fine degli anni 80 del secolo passato assistemmo al crollo dell’impero Sovietico (Urss). Il crollo fu globale e toccò ogni persona. Tutti rimasero senza stipendio, tutti insieme soffrirono scarsità di beni. Il socialismo comunista rendeva quasi tutti uguali con uno stipendio derivante dalla macchina statale. Con il crollo dello stato ogni frammento sociale si ritrovava povero. Impiegati del governo, impiegati dell’esercito, impiegati della sanità, ingegneri, muratori, ferrovieri, netturbini, pescatori, falegnami… tutti indistintamente erano nella stessa barca e pagarono insieme nello stesso momento e nella stessa misura il prezzo del crollo. Una società quasi priva di classi, pagava in modo uniforme e unisono il prezzo del crollo.

I sudditi del cosidetto sistema “capitalista” (blocco sotto dominazione Statunitense), che potremmo meglio aggettivare come “pseudo”, o chiamare “monopolista”, è un sistema dove si sono creati due grandi blocchi sociali ed economici.

Il primo blocco è costituito da tutti coloro che vivono di stato, che vengono mantenuti dallo stato (impiegati statali e pensionati) o che lavorano quasi esclusivamente grazie allo stato, alla sua complessità e burocrazia (contabili, notai, avvocati).

Il secondo blocco è rappresentato da quelle classi che mantengono lo stato, da cui lo stato succhia il sangue per nutrirsi, per garantire il privilegio dei propri servi. Nel corso degli anni, lo stato è diventato sempre più totalitario anche da un punto di vista economico ed ha ristretto sempre più le libertà di agire dei liberi imprenditori, di quella classe che possiamo definire i moderni “kulaki”. Gli stati del blocco Nato sono cresciuti a dismisura. In un momento in cui le forze economiche interagiscono a livello globale ed in cui è finito l’assoluto controllo Usa degli scambi, le fette di torta si rimpiccioliscono ma le macchine statali continuano voraci a crescere ed a succhiare ancor più il sangue dalla classe dei “kulaki”. Il peso del crollo dei paesi sotto dominazione Usa ed anche degli Usa stessi viene scaricato interamente sulla classe produttiva, su chi realmente produce ricchezza.

Pertanto, mentre nel crollo Sovietico assistiamo ad una fine sostanzialmente veloce e unitaria della società, nel blocco Statunitense, assistiamo ad una lunga agonia della classe produttiva e ad un completo estraneamento e cecità della classe statale che coltiva un assurdo statalismo suicida, garantista at all costs. Il crollo del blocco Usa avverrà in quel momento in cui le ferite inferte alla classe dei kulaki saranno così irreversibili che allo stato non resterà più nulla a cui succhiare risorse.

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