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Indipendenza!

CRONISTORIA DI UNA RECITA POLITICA

CRONISTORIA DI UNA RECITA POLITICA


Govedi sera 13 settembre alle ore 21.00 il presidente del consiglio Veneto parlava a fratte fraz. di santa Giustina in colle.

Clodovaldo Ruffato, il giudizio su quest’uomo è quantomeno pietoso. Costui è il prototipo del politicante che negli ultimi 70 anni ha parlato promesso e nulla fatto. Ci sembrava di sentire i soliti meridionali che richiamano la mancanza dello stato. La cosa più appariscente che costui diceva era: “non ci danno le risorse”, “Non ci danno i fondi” “Senza le risorse che non ci danno non possiamo fare”. Avete capito? Questo uomo-schiavo pensa a chiedere ed interpreta la politica come un eterna elemosina. Sul palco saluta e dice “prendo in considerazione gli indipendentisti e gli autonomisti”, ma poi quando parla di nascosto ai giornalisti del Gazzettino, censura premeditatamente la parola “indipendenza” e la sostituisce con quella di “federalismo”. Ad onor del vero noi della redazione che non siamo sprovveduti abbiamo registrato tutto perchè è giusto mettere questi camaleonti di fronte alla loro ipocrisia.

Questo è lo spessore politico e morale di chi ci governa. Ci governano degli schiavi che elemosinano, che chiedono e non hanno neppure l’ardire di immaginare di “tenersi le risorse”. La differenza fra un servo ed un uomo libero è proprio questa, il primo chiede, aspetta, si lamenta, il secondo si tiene il suo e lotta per la sua libertà. E’ la stessa differenza fra uno statale ed un imprenditore.

Nota ancor più dolente, questo politicante da centro geriatrico, questo servo del regime italiano, questo pseudo imprenditore, dietro le quinte manifesta alla stregua dei buffoni leghisti il suo “non promettiamo illusioni”, “non facciamo promesse impossibili” riferendosi all’indipendentismo. Sembra uscito dalla stamperia della zecca d’italia o quella della lega nord. Uno spettacolo aberrante ed ancor più che costoro ci rappresenterebbero e farebbero i nostri interessi.

Fra la folla tutti hanno capito, l’applauso e le strette di mano sono state un commiserevole commiato ad un pachiderma del paleolitico Veneto.

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