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DISCRIMINAZIONE: L’ORA DI RELIGIONE CATTOLICA

DISCRIMINAZIONE: L’ORA DI RELIGIONE CATTOLICA

PIOVRA-VATICANONello stato italiano l’ora di religione, l’insegnamento della religione è un monumento alla discriminazione. Ne spieghiamo le ragioni:

Nella scuola pubblica dello stato italiano, agli studenti e genitori viene chiesto se partecipare o meno all’ora settimanale di religione cattolica apostolica romana. Non si tratta di un’ora generica, si tratta di un ora di catechesi che viene propinata agli studenti in un luogo pubblico finanziato con denaro pubblico.

I professori di religione non vengono neppure nominati dal ministero o dal provveditorato, ma dal vescovo diocesano! Ci siamo capiti? I vescovi dello stato italiano nominano addirittura i docenti che insegnano nella scuola pubblica e che vengono stipendiati e ricevono la pensione.

Ma passiamo a quella che si trasforma in una vera discriminazione alla luce del sole.

Gli studenti che non fanno religione vengono fatti uscire e vengono abbandonati a se stessi. Quindi la violenza è duplice:

-Di fatto gli studenti vengono separati su una questione ideologica politica, e questo è agli occhi di tutti, quindi la discriminazione è evidente e la subiscono i bambini e ragazzi delle scuole sulla loro pelle!

-Gli studenti che non fanno religione vengono emarginati, abbandonati nei corridoi, fatti uscire dalla scuola, mandati come in castigo in biblioteca, per loro non vengono organizzati corsi ad esempio di Inglese o di educazione fisica o disegno o computers…

E’ inutile dire che la chiesa cattolica romana apostolica ha creato questa situazione, fa di tutto per farla permanere ed è quindi la principale causa del male che viene fatto all’interno dell’ambiente scolastico.

Ve lo ricordate l’Urss (l’Unione Sovietica)? Ecco, avevano ogni settimana un’ora di Marxismo, ma l’hanno eliminata e adesso gli studenti non debbono più essere catechizzati, mentre nello stato italiano nulla è mutato, lora di propaganda cattolica è ancora lì.

Speranze che qualcosa cambi? Il cattocomunismo invade le istituzioni e i parassiti pullulano, i privilegi abbondano fra una categoria di persone completamente estraneate dalla realtà incapaci di dare risposte od affrontare problemi, gente che si nasconde dietro condizionali, dietro “ma, se, oddio, beh veramente, non so, vedremo, faremo, l’intenzione c’è, sa……..”.

Vi alleghiamo in breve la questione legale:

Premesso che lo Stato assicura l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole di ogni ordine e grado in conformità all’Accordo che apporta modifiche al Concordato Lateranense (art. 9.2), il presente modulo costituisce richiesta dell’autorità scolastica in ordine all’esercizio del diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica. La scelta operata all’atto dell’iscrizione ha effetto per l’intero anno scolastico cui si riferisce e per i successivi anni di corso in cui sia prevista l’iscrizione d’ufficio, compresi quindi gli istituti comprensivi, fermo restando, anche nelle modalità di applicazione, il diritto di scegliere ogni anno se avvalersi o non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica.

Art. 9.2 dell’Accordo, con protocollo addizionale, tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede firmato il 18 febbraio 1984, ratificato con la legge 25 marzo 1985, n. 121, che apporta modificazioni al Concordato Lateranense dell’11 febbraio 1929: “La Repubblica Italiana, riconoscendo il valore della cultura religiosa e tenendo conto che i principi del cattolicesimo fanno parte del patrimonio storico del popolo italiano, continuerà ad assicurare, nel quadro delle finalità della scuola, l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche non universitarie di ogni ordine e grado. Nel rispetto della libertà di coscienza e della responsabilità educativa dei genitori, è garantito a ciascuno il diritto di scegliere se avvalersi o non avvalersi di detto insegnamento. All’atto dell’iscrizione gli studenti o i loro genitori eserciteranno tale diritto, su richiesta dell’autorità scolastica, senza che la loro scelta possa dar luogo ad alcuna forma di discriminazione”.

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