GENOCIDI E NAZIONALISMO, POPOLI E STATI NAZIONALI

Nel secolo 19esimo iniziano ad affermarsi i nazionalismi, agli imperi iniziano a sostituirsi entità chiamate stati. Questo processo, contrariamente a quanto la storia vuol far credere, avviene in modo traumatico e tuttora ne paghiamo le conseguenze attraverso genocidi, deportazioni, etnocidi, rivolte, massacri, proteste, guerre, oppressione, sfruttamento, monopoli…
Gli imperi funzionavano come una sorta di regni dove ai popoli veniva concessa ampia libertà in tutti i settori ad eccezione di quello fiscale. Religione, istruzione, le leggi interne ai popoli non erano affare di stato, il quale pensava solo al prelievo fiscale e a garantire libertà di impresa. L’esercito veniva gestito dall’impero attraverso una rete di mercenari.
I cambiamenti portati dall’ideologia nazionalista, portano ad un monoculturalismo ed alla conformazione del suddito che diventa parte integrante dello stato e ne abbraccia in toto l’ideologia, fino a preferire la morte e l’autodistruzione piuttosto che la sconfitta o l’invasione. Questo cambio è molto evidente nei conflitti armati, dove allo scontro tra eserciti nei campi di battaglia, si sostituiscono massacri, bombardamenti fra e contro civili. Non è più guerra fra eserciti, ma odio simile a quello religioso in cui ogni individuo è chiamato a condividere gioie e dolori dell’ideologia nazionale di stato. Lo stato diventa una divinità (“altare”, “sacri confini”, “veneriamo la patria”..), viene antropomorfizzato in vesti femminili (“patria”, “amiamola”..), il territorio diventa un’abitazione in cui si viene pilotati a dire “sono a casa”, e si arriva a giustificare la morte per essa (sacrificio estremo). Al di fuori dei confini, di quella mappa che viene inoculata sui muri della scuola elementare fino alle previsioni del tempo quotidiane, si vedono solo “stranieri”, gente inferiore o pericolosa. Per fare questa operazione di conformazione l’istruzione diventa obbligatoria e monopolio di stato, si opta per la religione unica di stato, per il monolinguismo, lo stato crea la banca centrale e si tiene il monopolio di stampare denaro fagocitando le banche, lo stato obbliga i giovani a servirlo in abiti militari attraverso un brainwashing nazionale e distruzione di qualsiasi volontà. Lo stato via via si mpossessa dei mezzi di comunicazione di massa (giornali, cinema, tv, radio, riviste), crea ed alleva una classe di teologi e vip che vengono inseriti e fatti ruotare nel villaggio nazionale attraverso i media che vengono adoperati in un’opera di catechesi quotidiana. Un sistema di certificazioni e licenze taglia fuori dal mercato gli esseri che non si conformano, e per i più duri a piegarsi, per coloro che non vogliono abbandonare la loro identità nativa ed antica, inizia l’etnocidio che degnera ancor più nel genocidio in quei casi dove ogni sforzo di integrazione (etnocidio) risulta inutile. Persino la pseudo scienza viene chiamata in soccorso e vengono creati i “manicomi” e “centri di igiene mentale” dove finiscono i dissidenti e coloro che non si sottomettono alle regole invisibili della morale. La storia come necessità politica viene prostituita, ed artisti e filosofi noti dei secoli passati, vengono nominati cittadini di questi stati moderni. La letteratura nazionale e la conoscenza della lingua nazionale unica vengono incentivate ed adoperate come filtro per le classi di riproduttori ideologici.
Assistiamo a questo processo in tutto il mondo fra la seconda metà dell’1800 fino ad oggi, in cui sta iniziando un inversione di marcia, dove i Popoli nativi quelli veri (non quelli nazionali) si riappropriano della loro terra ed esercitano la loro libertà con un processo di implosione nazionale osservabile ovunque nel mondo. L’indipendentismo Veneto fa parte di questo processo.