GIUSEPPE GRILLO: L’ULTIMO ASSO NELLA MANICA DEL PRIVILEGIO

Non era Berlusconi l’ultimo asso, neppure Monti. In genere, prima di morire, la bestia “stàto” gioca il tutto, si mimetizza, e mette sul palco tutto quello che può placare l’ira delle masse e ridare speranza. Oltre la speranza c’è solo il panico la paura, l’òdio.
La lunga manica dell’italia, si stende dalla Sicilia al sud Tirolo, è fatta di privilegi: notai, capitani e marescialli dei carabinieri, magistrati, prefetti, politici di ogni casta, giudici, vescovi e fino al parroco di paese, taxisti, farmacisti, ordini e categorie, statali inutili, pensionati che non hanno mai messo via neanche 1/2 della pensione che hanno preso fino ad ora…. La lista è lunga. Giuseppe Grillo non ne parla, attacca sempre, e giustamente, la lobby di piazza Affari. Attacca la lobby economica, senza dire che quella lobby e i suoi cartell, sopravvive solo grazie alla maglia di privilegi e caste sopramenzionate.
Grillo, non attacca neppure i sindacati che sono così ruffiani verso il governo che invece di scioperare obbligano i “proletari” a fare le manifestazioni di protesta il sabato!
Ma chi cazzo è Grillo allora? Ve lo ricordate Bossi? Era come Grillo, era l’asso nella manica per tenere buono un nord est schiavizzato, sfruttato, derixo, offeso, violentato dalla politica italiana. Ecco Bossi ha tenuto dentro il recinto per 20 anni tutto il dissenso che avrebbe portato a cambiamenti sostanziali, geopolitici. Lo stato italiano, l’esistenza dell’italia è stata prolungata dalla Lega Nord, la quale si è ben ammalgamata ed ha rispettato la logica delle caste e dei privilegi.
E Grillo? Grillo è la stessa cosa, fa finta di toccare i fondamenti, parla si di problemi, ma non vuole attaccare le vere cause. Grillo è un italiano, è un riformista, uno che fa credere di poter cambiare tutto, mentre sa o fa finta di non sapere, che la radice del problema è connaturata all’esistenza dello stato italiano e quelle caste che lui neppure osa nominare.
La frattura è sociale ed insieme generazionale. Ma Grillo non vuole questo scontro, non vuole lo scontro sociale e non ha capito che l’unico mòdo per evitarlo è di dichiarare morto lo stato italiano e lavorare per costruire entità geopolitiche nuove, indipendenti, responsabili ed efficienti, in un Europa senza confini. Solo nuovi stati più piccoli come la Slovenia risolveranno i problemi ed eviteranno lo scontro.
Grillo può essere il dòpo Monti. Una volta esaurita la cartuccia del tecnico e di fronte alla catastrofe e le masse inviperite, al Grillo verrà dàto lo scettro di imperatore, di primo ministro, di salvatore della patria. Ecco come finirà l’italia, lo scontro sociale aumenterà fino al collasso istituzionale. Grillo sarà il protagonista di questa ultima appendice storica di una entità geopolitica inutile e dannosa alla collettività: l’Italia. Grillo lo sa, sa anche di cosa non parlare, conosce i tabù e li evita. Grillo ha preso il treno perdente della storia e ritarda (con illusioni) il nuovo.
Grande! Qualcosa non tornava e questa è un’analisi che non fa una piega