GLI STATI UNITI AVVELENANO LA POPOLAZIONE EUROPEA

La regione Sicilia dice basta ai progetti inquinanti dell’esercito Usa, per la prima volta dai tempi dell’invasione Usa dello stato italiano, qualcuno dice no. E adesso, che cosa farà Washington, chiederà a Luca Zaia ed ai suoi servi della regione Veneto di ospitare un altra base di occupazione statunitense?
Siamo dei bersagli umani in caso di conflitto, preferiremmo lo fossero gli Usa visto che sono loro la principale cause di inquinamento, sfruttamento e guerra nel mondo.
Un nuovo sistema di comunicazioni satellitari, che sostituirà l’attuale sistema Ufo, Uhf Follow On. Il programma Muos, acronimo di Mobile user objective system, è stato avviato dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ed è ancora in fase di sviluppo. Oltre a 4 satelliti il progetto prevede quattro stazioni di terra, una delle quali ricade proprio nel territorio di Niscemi, in provincia di Caltanissetta. Le altre tre stazioni del Muos saranno collocate a Kojarena, in Australia, a Sud Est della Virginia, e nelle isole Hawaii. Il sistema, ad altissima frequenza, 300 MHz a 3 GHz, verrà utilizzato dai militari, e in particolare dagli utenti mobili, come le piattaforme aeree e marittime, dai veicoli di terra e dai soldati a piedi, per trasmettere velocemente la voce, i dati e le comunicazioni video.
La Sicilia ribadisce la decisione di bloccare a Niscemi i lavori per la costruzione del Muos, il mega-sistema di comunicazione satellitare del ministero della Difesa americana. Ieri i comitati di base “No Muos”, dopo gli scontri di giovedì notte, hanno convocato un’assemblea pubblica: alla radice della loro protesta c’è una relazione di due docenti del Politecnico di Torino, Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu, che mette in guardia sui rischi per la salute umana derivanti dall’installazione dell’impianto.
Proprio per questo Crocetta chiede “ulteriori studi” e nel frattempo ha avviato il procedimento di sospensione delle autorizzazioni, bloccando subito i lavori: “L’impianto – aggiunge – come autodenuncia lo stesso progetto presentato dalla Marina degli Stati Uniti, in condizioni di marcia totale supera i limiti di emissioni elettromagnetiche consentite dalla legge. Non c’è alcuna sfida agli Usa, ma soltanto l’adozione da parte del governo di atti dovuti. Stiamo solo chiedendo alla Marina degli Stati Uniti di fornirci la documentazione mancante”.
“La Sicilia non viola alcun accordo internazionale, vogliamo solo studi veri e approfonditi sui rischi per la salute dei cittadini”. Il governatore Rosario Crocetta prova a rassicurare “un Paese amico come gli Stati Uniti” ma non fa passi indietro e ribadisce la decisione di bloccare a Niscemi i lavori per la costruzione del Muos, il mega-sistema di comunicazione satellitare del ministero della Difesa americana. Ieri i comitati di base “No Muos”, dopo gli scontri di giovedì notte, hanno convocato un’assemblea pubblica: alla radice della loro protesta c’è una relazione di due docenti del Politecnico di Torino, Massimo Zucchetti e Massimo Coraddu, che mette in guardia sui rischi per la salute umana derivanti dall’installazione dell’impianto.
Ad alimentare la protesta del comitato “No Muos” c’è lo studio commissionato a due docenti del Politecnico di Torino dal Comune di Niscemi, e che solleva più di un dubbio sugli effetti
per i cittadini derivanti dal Muos. Per prima cosa i due professori analizzano alcuni rapporti dell’Arpa Sicilia che ha monitorato, tra il 2008 e il 2010, le emissioni elettromagnetiche attualmente diffuse dal vecchio sistema radar in funzione nella base militare. Emerge che già ora “i valori di campo elettrico sono prossimi alla soglia di attenzione”: “I pochi dati sicuri emersi, nel corso dei rilievi, hanno mostrato un chiaro superamento dei livelli di sicurezza previsti per la popolazione, già con l’impianto nella sua configurazione attuale”, scrive Coraddu. Non a caso l’assessore al Territorio e Ambiente, Mariella Lo Bello, ha deciso di installare subito una centralina che monitori 24 ore su 24 l’emissione delle onde.