I MERCENARI DEL CONSENSO

Che cosa sono un cantante famoso, un atleta olimpico, una star del cinema?
Per rispondere a questa domanda spieghiamo chi conta in una società del consenso e la scala di valori di chi conta, di chi cioè produce consenso attraverso le sue capacità o meglio, attraverso la percezione che le masse hanno di questi personaggi.
In primis si trovano i militari il braccio armato e fanatico dello stato, i politici chiamiamoli pure i burattini, giornalisti ed “intellettuali” quella che potremmo definire l’intellighentsia che produce consenso, i magistrati e giudici sono il braccio legale coloro che fanno della legalità un arma mascherata da giustizia. Poi vi sono i privilegiati come i notai, tutti coloro che fanno parte di categorie ed hanno patentini. Alla base della piramide v’è una massa informe di persone, a cui basta un si od un no per non credere o credere a chi sta sopra di loro.
V’è poi una categoria che non è ideologizzata, che non trae il proprio profitto dal fatto di allinearsi all’ideologia di stato.
Costoro si sono fatti da soli, hanno costruito la propria fama e ricchezza grazie alle doti atletiche, alle doti canore, alle doti di recitazone, alle doti artistiche od intellettuali (scienziati, scrittori..), oppure uomini d’affari…. la lista è lunga.
Ecco costoro sono difficili da gestire, non hanno subito necessariamente il brainwashing che consente la scalata sociale. Eppure sono ascoltati e fanno trend. Questo gruppo di famosi, viene definito nella terminologia corrente: “VIP” (acronimo dall’inglese “very important person”). I regimi di tutto il mondo hanno schedature molto sottili di questi personaggi, ed in genere fanno un patto tacito con loro, in altri casi li assoldano.
Vediamo per esempio il caso degli atleti sportivi, in buona parte del mondo finiscono nel e sono supportati dall’esercito, in questo modo la fedeltà agli ideali nazionali è assicurata. Per gli altri si instaura un rapporto tacito di rispetto reciproco. Lo stato e tutto il suo apparato garantiscono una sorta di immunità e compiacenza, mentre il Vip non mette in discussione i valori del regime.
La questione dei Vip, divenne scottante a partire dal dopoguerra quando ci si accorse della crescente importanza di manipolare il consenso delle masse. Il fenomeno del divismo che inizio alla fine degli anni 50 del XX secolo, pose non pochi problemi. Immaginate solo, i problemi che in fase iniziale causò Elvis Presley che venne sdoganato al pubblico televisivo da un Frank Sinatra dicente: “Lo conosco è un bravo ragazzo”. Il problema si fece grosso con Charlie Chaplin e gli Usa dovettero espellerlo, mentre con molti altri calò il sipario e furono emarginati da ogni attività intellettuale ed economica (mcartismo). I Rollingstones e i Beatles sdoganarono l’epoca dei ribelli fino ad arrivare al quel John Lennon che con molta molta probabilità fu fatto uccidere perchè terribilmente scomodo.
Gli atleti olimpici con il pugno alzato a Messico 1968, Cassius Clay che rifiutò di servire gli Usa in veste militare, spronavano milioni di giovani a ribellarsi. Questi Vip ribelli modificavano il costume, trasgredivano l’ordine “naturale” delle cose. Vestire, sessualità fino alla lingua, la trasgressione ai canoni che i regimi avevano imposto crollava. Non erano controllabili e combatterli voleva dire perdere il consenso di milioni di persone per lo più giovani.
L’unica soluzione diventava quella di corrompere questi Vip, e non è un caso che l’inghilterra abbia fatto baronetti i Beatles. I governi del mondo accettavano di far entrare questi personaggi nel club nazionalista e di onorarli.
L’altra soluzione oltre a quella estrema della condanna a morte, era quella di intossicarli di droghe fino a farli morire (Hendrix, Morrison) o farli perdere di credibilità. Del resto la droga venne adoperata in modo sistematico per distruggere, criminalizzare e screditare i movimenti giovanili e Vip scomodi.
Sessant’anni dopo, oggi, i Vip, sono diventati parte integrante dell’ideologia nazionale. Hanno un loro status vero e proprio, tacitamente riconosciuto. Vanno negli stadi a cantare l’inno, versano lacrime, sventolano bandiere, accettano di fare pubblicità nazional popolari o di vestire i panni in ruoli patriottici attraverso film, canzoni, recite, spettacoli;supportano personaggi politici o addirittura entrano in politica.