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IL GENOCIDIO ARMENO ED IL NAZIONALISMO TURCO

IL GENOCIDIO ARMENO ED IL NAZIONALISMO TURCO

genocidio armeno

Capire come si arriva ad un genocidio è il miglior modo per prevenirlo.

La piaga degli ultimi 2 secoli è stato il nazionalismo. La nascita degli stati nazionali costituisce un evento che sovverte i valori di uguaglianza dei popoli per sostituirli con il brainwashing di massa che porta alla monocultura, al monolinguismo, alla religione unica di stato, alla distruzione di ogni diversità che diverga con la dottrina indissolubile di uno stato di indottrinati ed indottrinatori. La fase attuale è stata l’ultima, quella della conformazione tecnologizzata attraverso il monopolio dei mezzi di comunicazione. Il nazionalismo è totalizzante, ne più ne meno come le religioni. E’ una religione che ha portato ad etnocidi e genocidi e che tuttora miete vittime.

Con il collasso dell’impero Ottomano e lo scoppio della prima guerra mondiale, a Costantinopoli si coagulavano i nazionalisti Turchi con l’obiettivo di creare una nuova entità nazionale sulle ceneri dell’impero Ottomano. Ciò che rimaneva dell’impero era l’Anatolia fino al Caucaso. Badate bene, che quando si parla di impero, si intende un insieme di popoli diversi. Pertanto nell’Anatolia si trovavano a convivere in quel momento Greci, Turchi, Armeni e Kurdi che però sono di lingua turca ed in quel momento si allearono con i Turchi. L’obiettivo dei nazionalisti turchi era quello di omogeneizzare la cultura degli abitanti di quello che era rimasto dell’impero. Diventava nemico chiunque parlasse un altra lingua o fosse di altra religione o rivendicasse una patria differente da quella turca.

I turchi già da 50 anni opprimevano nel sangue ogni rivendicazione identitaria e a partire dalla seconda metà del 19esimo secolo si assiste già a dei genocidi. Ricordiamoci che i genocidi avvengono contro quelle persone e gruppi di persone che non vogliono farsi etnocidiare. In genere prima del genocidio si attua una politica di derisione, di proibizione, di emarginazione, di spoliazione, di deportazione. Quando ciò non riesce, si incomincia a massacrare e si scivola nel genocidio. L’Italia ha sulla coscienza alcuni milioni di morti e tutt’ora persegue l’etnocidio dei popoli sotto dominazione italiana attraverso una politica di derisione, stereotipi e la proibizione isterica delle lingue chiamate con disprezzo dialetti.

Con i Greci e con gli Armeni l’etnocidio non funzionava, costoro si opponevano, tanto che da Costantinopoli iniziarono i massacri. Per primo furono arrestati e sommariamente uccisi circa 300 fra i leaders dell’intellighentsia Armena. Vengono eliminati subito gli esponenti simbolo di un popolo. Vennero poi disarmati tutti i capi famiglia sia greci che armeni e fucilati in luoghi appartati. Le famiglie furono deportate su treni o a piedi in marce che si conclusero con la morte per stenti e in molti casi con veri e propri atti di barbarie come: stupri, squartamenti, sevizie, roghi umani, schiavizzazione, tutti metodi sperimentati sia prima che dopo, anche dai prodi soldati dell’esercito italiano, carabinieri in prima fila in: Croazia, Slovenja, Libia, Etiopia, Molise, Sicilia, Veneto, Somalia.

Fra Greci ed Armeni, i turchi hanno ucciso almeno 3 milioni di persone. Oggi a quasi 100 annni dal grande genocidio, la classe politica e militare turca nega e condanna ancora ad anni di prigione chi osa parlare di questo.

A noi, i turchi ricordano gli italiani, ricordano chi non ricorda, chi commette crimini dietro una divisa, chi vessa i deboli, chi stupra i bambini, chi vive nella e di corruzione, chi adopera il potere per arricchirsi, chi poi dopo aver commesso i crimini àma recitare la sua purezza.

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