LA CENSURA SU TWITTER: INDUZIONE ALL’AUTOCENSURA

Qual’è la migliore forma di censura? Nei regimi moderni, quelli che chiamiammo democrazie, la forma di censura più sofisticata, è quella che porta all’autocensura. E’ il suddito delle democrazie occidentali che deve autocensurarsi, e il suddito che deve interiorizzare il “buon senso”, la “morale pubblica” e il concetto di “male”. Se i regimi attuassero una repressione palese cadrebbe la giustificazione su cui si fondano le democrazie occidentali. Diventa pertanto necessario che siano i cittadini stessi indotti ad autocensurarsi.
Come produrre questo tipo di consenso? Come istigare i cittadini dell’occidente ad autocensurarsi?
Prendiamo un caso di questi giorni.
Le immagini che vi proponiamo, sono dei ritagli di articoli apparsi su i giornali in questi giorni. Un caso? Oppure una campagna di terrorismo, di intimidazione, di dissuasione nei confronti di chi tweetta?
Tweetter fa paura a tutti i regimi (democrazie comprese), si cerca quindi di intimidire milioni di scrittori a controllarsi su cosa scrivono nel web. Scrivere nel web è come esprimere pensieri, pertanto chi lo adopera, lo fa in modo molto rilassato, libero da inibizioni. Il web stimola la libertà ed è luogo di libertà. E’ proprio questo che intimorisce i regimi. La perdita del monopolio dell’informazione ed il graduale passaggio al web quale luogo dove comunicare in modo piatto e reciproco, mette il sistema di consenso tradizionale in pericolo.
I regimi del mondo cercano di metterci un freno. I regimi hard (Cina, Iran, Arabia..) censurano od impediscono addirittura la comunicazione dei social networks, mentre i regimi soft, pubblicano notizie ansiogene, pubblicano notizie che incutono paura, al fine di limitare la libertà e disinibizione sul web.
Chi legge queste notizie, si spaventa e quindi inibisce la sua libertà sul web perchè si sente minacciato, controllato.
Vogliono intimorirvi e portarvi all’autocensura.