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LA DISTRUZIONE DEI MITI IN GUERRA

LA DISTRUZIONE DEI MITI IN GUERRA

 

the magician of Riga

I totem, i monumenti, le agiografie, gli altari, i santi, i martiri, gli eroi…. hanno quella funzione fondamentale di alimentare la fede nella causa, di creare esempi da imitare per le generazioni presenti e future. Ogni stato, ogni religione, ogni organizzazione geopolitica hanno i loro miti, le loro icone. Tutto ciò serve da monito, serve da sprone.

La cultura militare non è esente da ciò ed ha bisogno di alimentare il culto della patria, degli eroi, dei morti, del sacrificio..di tutte quelle cose che motivano idealmente il soldato.

Diventa chiaro quanto sia importante distruggere i miti e tutte quelle figure ed idee che alimentano l’ideologia che motiva chi combatte. Bisogna solo stare attenti a non creare l’effetto contrario. I miti hanno la proprietà di non poter essere uccisi, in genere sono già morti e se sono vivi finiscono per diventare martiri.

Per distruggere i miti e gli eroi è opportuno adoperare le fonti storiche e studiare i come e i perchè. Nella maggior parte dei casi si scopre che tutti questi miti sono dei falsi e che molte delle storie che si raccontano su di loro sono delle vere e proprie leggende inventate a posteriori. L’emergere della falsità storica contribuisce enormemente alla distruzione dei miti e quindi all’abbattimento del morale di chi li ha presi ad esempio.

Nei nostri giorni a che cosa servono gli scandali sessuali, gli scandali economici, gli scandali politici? Servono a distruggere quell’aureola di santità, quell’alone di intoccabilità e superiorità che il potente adopera come piedistallo per mantenere il potere. Questi scandali morali servono a distruggere i miti in vita, i vip, gli eroi.

Riscrivere la storia, smantellare i miti è parte importante dell’arte della guerra moderna e passata, e lo è ancor più nell’era della comunicazione dove i miti nascono con facilità, la stessa però con cui possono essere abbattuti.

dal libro “La Guerra dei memi” di Raffaele Serafini

 

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