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LA MISERIA: VERGOGNA E PROFITTO, VENETI, ZINGARI E NIGERIANI

LA MISERIA: VERGOGNA E PROFITTO, VENETI, ZINGARI E NIGERIANI

MendicantiLa miseria per i Veneti è qualcosa da nascondere, è un peso che rende la vita un’ agonia.

Per un Veneto diventare o essere povero è una vergogna, è per quello che tace, che si nasconde, che dissimula, ed anche prima del suicidio ti dice che tutto va bene, a gonfie vele. La miseria è per i Veneti come la peste, ci vergogniamo, ci sentiamo inutili, non abbiamo neppure il coraggio di alzare lo sguardo e guardare in faccia i conoscenti. Ci chiudiamo in casa in modo da non dare ad alcuno spiegazione, ed usciamo la sera come dei carcerati ad osservare quel paese dove un tempo con orgoglio incontravamo lo sguardo di tutti. Come dei lebbrosi accettiamo quel cibo che le autorità portano, ma in molti non lo chiedono neppure perchè è vergognoso, e finiscono per mangiare assieme ai cani le scatolette.

Per lo Zingaro, per il Nigeriano invece la miseria è un’opportunità di profitto, è un lavoro quotidiano. Inculare la gente è un mestiere! In modo sfacciato oltre a farsi dare dallo stato la paga mensile e tutta l’assistenza inimmaginabile, si arrotonda con la questua organizzata, con l’accattonaggio premeditato e capillare.

Giovane, muscoloso con lo smartphone da 500 euro nascosto nel taschino, il Nigeriano arriva alle 8.00 di mattina con il furgone che lo scarica presso il luogo mappato per la questua. Li vediamo in tutti i supermercati a chiedere soldi, ce li ritroviamo sulla porta di casa, ci fermano per strada e con insistenza ti chiedono soldi, ti sorridono come per prenderti in giro e se fai il duro ti chiedono anche: “sei razzista hai qualcosa contro i negri?”. Le nostre città sono invase da questa gente che senza vergogna chiede la carità anzi lo fa con il sorriso fra le labbra come fosse un lavoro, perchè per questi invasori è un lavoro.

Lo stesso per gli zingari, alcuni di loro sono autoctoni ma i più vengono dalla Bosnia, dalla Romania. Luridi, puzzolenti, brutti e sfigurati nelle forme dissimulano qualche invalidità e non esitano ad adoperare anche i fanciulli per strappare un senso di pietà nelle vittime, in genere anziane, che ingenuamente danno loro del denaro. S’intenda, fare la carità è un lavoro che lo stato italiano permette, ma stranamente non si notano gli uomini in forza e neppure le donne belle e sane, quelli portano a casa il pane mettendo in ordine i nostri appartamenti mentre siamo fuori o dormiamo.

Tutta questa feccia di stranieri senza vergogna, ruba la compassione di un popolo Veneto che stenta a negare un aiuto a chiunque crede in difficoltà. Il paradosso è tale che vediamo la misera pensionata Veneta, che non arriva a fine mese, fare la carità a questi truffatori svergognati che impestano la nostra terra. Costoro sono portatori di una cultura parassita, autoritaria, fannullona e sozza. Costoro tradiscono una cultura di onestà e di reale compassione, costoro distruggono quei valori genuini di pietà ed altruismo per i veri poveri.

Non abbiamo ricette, invitiamo chiunque a dire e a diffondere questo messaggio, ad adoperarsi presso le autorità e a far cultura affinche la nostra terra venga liberata da questi soggetti che hanno trasformata la truffa e l’inganno a fini di questua in un lavoro industriale.

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