LA PANTOS E’ STATA ESPROPRIATA

Come recitano i compiacenti articoli della tribbluna di trevixo, si è concluso con successo l’esproprio della PANTOS p.A., la gloriosa fabbrica di serramenti.
Con appena 700 mila euro di capitale versato, praticamente senza colpo ferire, un islamista prestanome si è portato a casa una fabbrica veneta costruita in generazioni e anni e anni di duro lavoro di onesti imprenditori veneti.
Dietro di lui solo una manica di ligo-legh-lealisti filo comunardi e amici dei maffiosi iddaliani.
Per i cittadini del nostro territorio , questa azienda che passa di mano rappresenta una perdita enorme, incommensurabile.
Un valore immenso in termini strategici, di asset, di tradizione imprenditoriale, portata via , come facevano gli invasori europei quando pagavano l’oro dei popoli nativi, con un pugno di biglie di vetro.
Dopo il Venezuela e Cuba , la repubblica italiana è diventato il terzo paese comunista del mondo moderno.
In perfetto stile Chavez l’esproprio è stato perpetrato a danno della famiglia Pantos Antonello, che deteneva la maggioranza del capitale azionario. E che pure si era formalmente impegnata a proseguire l’attività imprenditoriale.
In nessuno stato occidentale dove vige l’economia di mercato sarebbe possibile una operazione di questo tipo.
Hanno preso tutto, capannoni per decine di migliaia di metri quadrati coperti, terreni edificabili pari al triplo della superficie coperta macchinari che solo quelli sul mercato dell’usato valgono almeno dieci volte il capitale versato.
Per non parlare dei mezzi di trasporto, delle filiali in tutta Italia e all’estero,delle show room, dei rappresentanti e della rete di vendita .
Uno scippo, un furto, un ladrocinio legalizzato.
In uno stato serio, l’azionista di maggioranza, fino a prova contraria, è e dovrebbe restare sempre il padrone supremo , mentre a nessuno dovrebbe essere permesso di rubare le cose, le proprietà degli altri, perché questo è un diritto sacro nei paesi democratici.
Ma questo jn Italia non è più possibile.
Agli industriali e imprenditori rimasti, che ancora lavorano nel Veneto noi suggeriamo di fuggire, e alla svelta .
Se avete anche solo il sentore che le cose potrebbero non andare più bene chiudete immediatamente l’attività e licenziate tutti in tronco.
Anche se perdete l’avviamento, se non avete debiti almeno avrete salvato gli immobili ed i macchinari, che potrete agevolmente spostare altrove o rivendere sul mercato dell’usato, monetizzando quello che semplicemente è vostro, e che vi spetta.
Non aspettate , non procrastinare. Se non lo farete, la Repubblica Italiana lo farà al posto vostro.
E se avete ancora un minimo di amor proprio, di dignità, finanziate la nascita della Repubblica Veneta, per amore o per vendetta.
Almeno un giorno potrete tornare, a testa alta.