LA PERCEZIONE DEI COLORI E QUELLA DELLA LIBERTÀ

Gli antropologi del passato notarono che nel mondo la percezione dei colori è differente addirittura nel linguaggio e nelle descrizioni. Gli Himba, una popolazione di tribù che si trovano in Namibia, hanno solo 4 parole con cui indicano tuttti i colori. Gli studi antropologici e linguistici, individuano una serie di casistiche dove alcuni gruppi umani distinguono linguisticamente, in modo meno definito del nostro occidentale, i colori. La figura allegata vi dà un idea della quantità di colori principali che vengono distinti secondo le aree geografiche e culturali del pianeta. In questo senso, le popolazioni indoeruropee sembrano aver canonizzato più colori. Cercando di dirlo con un lnguaggio più grossolano, il modo razionale di descrivere i colori è più distintamente frazionato e preciso. Un esempio sempre grossolano e come se: un Veneto non daltonico, che va in un negozio di colori ordinesse un verde, un blè od un marrone in modo molto distinto e senza dubbi, mentre un Himba non sarà in grado di essere così preciso, perché per lui la differenza fra un blè, un verde ed un marrone, non è così distinta.
Ma che cosa ha a che vedere tutto ciò con la libertà?
La parola “liberta”, significa come noi ci sentiamo rispetto agli altri esseri, come noi vediamo noi stessi e gli altri rispetto a noi. Tale parola inizia il suo percorso significativo molto addietro nel tempo, ma inizia a plasmarsi solo grazie al contributo filosofico dell’illuminismo. Nessuno prima di allora aveva enunciato principi di uguaglianza fra gli esseri umani supportati da ragioni naturali e legali insieme ed in modo così contundente. Via via nei secoli seguenti, questa parola assume sempre più profondità fino ad arrivare al suffragio universale e all’eliminazione dell’appartheid in Sud Africa e negli Stati Uniti d’America. Vi sono altri passi da fare, come permettere a tutti i popoli di augovernarsi, come rendere sistemi fiscali e di governo basati sul libero arbitrio e volontariato, come il suffragio esteso anche ai minori in quanto cittadini non inferiori, all’eliminazione delle frontiere e della libera cittadinanza……
Ad ogni modo la percezione della parola libertà di un moderno cittadino Finlandese, è di sicuro ben più definita e comprensiva di quella di un boscaiolo Congolese doc o di un Iraniano allevato in una scuola coranica. Facendo un esempio per assurdo e piuttosto buffo, è come se: un Finlandese andasse a comperare la libertà in un negozio, costui sarebbe sicuramente molto più pretenzioso e sicuro di ciò che vuole, in quanto dentro di lui, tale parola ha un signnificato molto più definito che per l’Iraniano e il Concolese, i quali si accontenteranno anche di surrogati, di prodotti scaduti, di libertà datate o grossolane.
In questo senso, la missione di ogni Veneto illuminato, è proprio quella di aprire gli occhi ai Veneti e di far apparie loro il colore della libertà nei suoi contorni più definiti. E’ come illuminare le pagine di un libro nel buio della notte affinchè gli schiavi lo possano leggere.