LA STORIA RUBATA

Che cos’è la storia chiamata “italiana” se non il furto del passato dei popoli che ancora abitàno una penisola e delle isole? Ma Antonio Vivaldi, con quale coraggio si scrive che è italiano? Canova, Casanova, Tintoretto, Canaletto, Pergolesi, Palestrina, Marco Polo, lo stesso Galileo per metà Veneto e per l’altra Pisano, con quale coraggio, i teologi del nazionalismo italiano li hanno fatti propri? Si parla di centinaia e centinaia di uomini d’arme, musicisti, scultori, letterati, politici, rivoluzionari, statisti, scrittori che nulla hanno a che vedere con l’italia. Che cosa centrano Boccaccio, Petrarca o Dante con l’italia? Proprio quel Dante che nel “De vulgari eloquentia” parlava di rispetto per la diversità e le lingue vere, quelle lingue che lo stato italiano e i suoi burocrati assieme alla chiesa, hanno deriso e perseguitato, proprio Dante che scrive nella sua lingua un’opera sacra che darà lustro al dialetto fiorentino.
Nessuno di questi personaggi ha mai ipotizzato l’italia o l’ha mai voluta. Solo le fantasie contorte di un nazionalismo infame come quello italiano, hanno potuto partorire tali elucubrazioni. Il rinascimento italiano è una bufala, perchè l’italia inizia ad esistere solo e parzialmente nel 1861. Si può e si deve parlare di rinascimento Veneto (o meglio Veneziano) e di rinascimento Umbro-Toscano, il resto è solo propaganda politica.
La follia nazionalista degli accademici e sletterati italiani arriva a definire Giulio cesare, Pitagora, Archimede degli italiani! Guardatevi le idiozie che il clan di Piero Angela & son dice. Tale follia ha contagiato gli accademici e storici delle università italiane, che nei loro libri definiscono gli Austriaci “invasori” e “occupanti”, mentre i carabinieri che invasero e sottomisero tutta la penisola italica vengono fatti passare per “liberatori”.Stranamente nei libri di storia delle scuole si dedicano poche righe ai secoli di storia felice e gloriosa quando l’italia non c’era, quando Napoli era ricca e la Sicilia opulenta e i Veneti padroni del mediterraneo senza debiti ed onorati.
I Sardi, i Veneti, i Toscani, i Partenopei, i Siciliani, hanno una loro storia, che è loro e non italiana. Il pensiero totalizzante del nazionalismo italiano ha privato di identità, della lingua, del passato milioni di sudditi schiavizzati ed obbligati a servire l’ideologia centralista italiana, con le buone o con il sangue. L’intimidazione, l’esclusione di chi dissentiva, sono le prerogative della cultura nazionalista italiana, e quando non basta e non bastava si attua il genocidio fino all’etnocidio di massa. Ecco perchè la cultura nazionale italiana deportava migliaia di Veneti e li faceva morire di malaria nelle paludi Romane.
Noi popoli della penisola italia, noi popoli umiliati da 150 anni, diciamo basta furto, basta rubare la nostra storia e farla italiana.