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Indipendenza!

L’AUTUNNO CALDO DEL 2012

L’AUTUNNO CALDO DEL 2012

La quiete prima della tempesta, in questo autunno caldo caldo si incuberà la rivolta e la rabbia che abbaterà tuto il sistema italia, quella rabbia che la farà finita con tutta la classe politica di qualsiasi colore. la Lega Nord, il Pdl, le sinistre… tutti questi finti partiti, tutti questi imbonitori spariranno per sempre dalla politica. Per i loro leaders è finita, anzi dovranno fuggire perchè in molti vorranno le loro teste. Si prepari quel Luca Zaia che pubblicamente dice ai cittadini di comperare Bot mentre lui furbo compera terra. Bell’esempio di onestà! Si prepari a sparire dalla politica ed a rendere conto dei soldi guadagnati in 20 anni di carriera politica e di false promesse. Altro che vitalizio, altro che pensione. Tutto verrà tolto e rimborsati i cittadini vessati da quell’italia che ha stipendiato la Lega Nord.

Il settore bancario licenzierà approssimativamente 50.000 persone entro la fine del 2012. Di questo i sindacati non parlano.

Decine di migliaia di aziende medio piccole sono al sottocosto, stanno chiudendo o delocalizzando.

Le insolvenze su mutui e fidi superano il 50%.

La caccia al nero crea milioni di disoccupati che prima almeno mangiavano. Questi non fanno statistica!

L’aumento dei prezzi e le accise stroncano l’economia la rendono meno competitiva con riduzione dei margini.

La perdita per l’indotto è pazzesca. Entro fine 2012 un altro milione di disoccupati ufficiali si aggiungerà alla lista, più altri 300.000 vecchi che non potranno andare in pensione perché non ci sono i loro soldi. Ad essi aggiungiamo i milioni che lavoravano nell’economia del nero. Con il crollo del settore turistico e la fine delle vacanze, diminuirà ancora la domanda e i disoccupati aumenteranno.

Vi lasciamo ai dati seppur edulcorati per difetto dei sindacati, che non conoscono assolutamente la realtà ma guardano solo alle grandi aziende che rappresentano solo la minima parte della realtà.

Fra l’altro, nessuno tiene conto delle mancate assunzioni e quindi di circa 800.000 giovani che ogni anno aumentano la massa di chi non ha lavoro.

CARBOSULCIS: nella miniera lavorano, spiega la Uilcem Sardegna, 480 minatori mentre altri 150 lavoratori sono impegnati nella manutenzione.Ieri il ministero ha assicurato che la miniera non interromperà l’attività, come paventato, il 31 dicembre e ha annunciato che chiederà al Parlamento una proroga di “sei mesi, massimo un anno” della scadenza prevista dalla legge 99/2009 per il bando di affidamento della relativa concessione.
ALCOA: nella multinazionale dell’alluminio, che oggi ha avviato la chiusura dell’impianto, lavorano in Italia a Portovesme, sempre in Sardegna, 540 addetti diretti mentre altri 250 circa sono impiegati nell’indotto. Nel complesso l’azienda tra Veneto e Sardegna occupa 900 lavoratori. Nonostante le trattative in corso La multinazionale ha rifiutato una proroga di una settimana dell’avvio della procedura di spegnimento degli impianti che parte lunedì mentre la multinazionale Glencore ha confermato l’interesse per lo stabilimento ma si è presa una settimana di tempo per valutare. Il nuovo appuntamento è fissato per il 5 settembre.
E’ già invece chiusa, sempre in Sardegna, l’EUROALLUMINA (400 dipendenti diretti). Circa il 20% degli operai è impegnato comunque nella manutenzione dell’impianto mentre gli altri sono in cassa integrazione. Il nodo resta quello dei costi energetici.
FINCANTIERI: il gruppo che occupa oltre 9.000 dipendenti ha circa 1.300 esuberi ma i livelli di cassa integrazione straordinaria al momento – spiega il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella – sono più che doppi rispetto a questa cifra.
LUCCHINI: in crisi l’acciaieria con la chiusura ad agosto dell’altoforno di Piombino per carenza di ordini. Per i 1.943
lavoratori sono stati adottati contratti di solidarietà mentre gli enti locali chiedono al ministro dello Sviluppo economico un tavolo nazionale. Nel complesso il Gruppo (presente anche in Puglia e in Friuli Venezia Giulia) occupa 2.800 dipendenti.
A.MERLONI: la vertenza – segnala la Cgil – è ancora aperta dopo la cessione di tre stabilimenti all’imprenditore della Qs Group con l’impegno di riassumere 700 lavoratori (ma l’azienda ne conta 3.500). Resta problematica anche la situazione dell’ELECTROLUX con 800 esuberi su 7.000 dipendenti (ma 230 sono già usciti grazie a esodi incentivati). Esuberi anche per l’INDESIT dopo l’annuncio della chiusura dello stabilimento di None che produceva lavastoviglie. L’Indesit ha 4.500 dipendenti, i posti a rischio sono 360.
FIAT TERMINI IMERESE: resta ancora incerto il futuro dei circa 1.300 lavoratori dello stabilimento siciliano della Fiat chiuso lo scorso dicembre dopo che è sfumata l’ipotesi di impegno da parte di Dr Motors. Difficoltà ci sono anche in altri stabilimenti del Gruppo con l’annuncio di cassa integrazione per Pomigliano e Mirafiori. Vivono nell’incertezza anche i lavoratori dell’IRISBUS in cassa integrazione poichè – spiegano alla Cgil – non è stato ancora raggiunto il 30% da ricollocare in altri stabilimenti del Gruppo per accedere al secondo anno di cigs a zero ore. Il nodo resta la ricerca di un imprenditore che rilevi la produzione.
NATUZZI: l’azienda che occupa 2.700 lavoratori per la produzione di salotti è in crisi e ha chiesto la cassa integrazione per 1.300 dipendenti.
TESSILE: mentre al ministero dello Sviluppo economico approdano le vertenze più significative sul fronte dei numeri (come OMSA, MIROGLIO, ecc) ci sono decine di piccole aziende di conto terzisti che stanno chiudendo con diverse migliaia di lavoratori, soprattutto donne, che perdono il posto.
COSTRUZIONI: Il vicesegretario generale della Cisl Giorgio Santini segnala come uno dei settori più in sofferenza sia quello delle costruzioni a causa del blocco degli investimenti pubblici, della crisi e dell’aumento dei costo dei mutui. Per l’occupazione si è registrato un calo del 5,1% tendenziale nel secondo trimestre 2012 con un picco del 10,1% al Sud.
WINDJET: L’azienda che occupa circa 500 lavoratori ha aperto la procedura di mobilità a metà 2012. A giugno è stato firmato un accordo al Ministero del lavoro per 2 anni di cigs a zero ore per tutti i lavoratori.
MERIDIANAFLY: L’azienda – spiegano alla Cgil trasporti – ha aperto la procedura di mobilità a inizio 2012. Da giugno 2012 850 lavoratori sono in cigs per 7 anni (4 + 3). Il personale della compagnia ammonta nel complesso a 2.300 addetti.
TURISMO
: In crisi anche diverse aziende del settore. Al ministero dello Sviluppo economico sono aperti tavoli per la VALTUR (3.600 i lavoratori dipendenti del Gruppo) e per l’ALPITOUR (3.500) a dimostrazione del fatto che la crisi non morde solo l’industria.

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