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Indipendenza!

LE CARATTERISTICHE DEL POLITICO MODERNO

LE CARATTERISTICHE DEL POLITICO MODERNO

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“Di ruffiani, beh, di quelli è pieno il mondo”, sono le parole finali nel racconto di Sascia “Il giorno della civetta”.

L’uomo politico, colui che riceve la delega dei cittadini a governare, è in genere un ruffiano di professione ed anche caratterialmente. Ciò che il politico fa durante tutta la sua carriera è raggranellare privilegi e potere per se, sempre e solo dietro il pretesto mascherato del bene comune. Ciò si manifesta in varie forme.

-Il politico vincente deve cavalcare l’ideologia che rappresenta maggiormente il bene comune. Il bene comune è l’ultimo dei reali pensieri del politico. Ma non deve mai farlo capire, non deve mai far capire che lui è li per i suoi interessi. In altre parole la prima grande qualità del politico è “recitare”, saper imbrogliare la fiducia e buona fede delle masse. Raccontare bugie per restare al potere è l’obiettivo del politico per garantirsi il consenso popolare. Adesso è chiaro perchè Umberto Bossi, Roberto Maroni, Luca Zaia sono riusciti a infinocchiare per 20 anni il popolo veneto: con panzane come macroregionalismo, federalismo, municipalismo, devolution, autonomia….

-Quella degli scambi è in assoluto la forma che caratterizza le attività del politico. Il politico in carriera o anche agli albori, vede la sua attività come uno scambio, e non come un bene e dovere sociale. Il politico scambia di tutto: soldi, privilegi, vitalizi, appalti, favori, beni materiali, posti di lavoro…. Non c’è limite alla quantità e qualità dello scambio, l’importante è mascherare, silenziare, nascondere. Ecco perchè il politico ha paura di chi non si fa i cazzi propri, di chi scrive e fa giornalismo vero. Immaginate una gara d’appalto per fare un passante, per fare una nuova autostrada, per fare un ospedale, per assegnare dei posti dirigenziali alle Usll, fino anche al più misero dei lavori o acquisti pubblici. Immaginiamo all’indotto che un appalto genera e quindi alle sfaccettatture di ciò che si assegna. Il politico sa bene tutto ciò e si rende conto di quanto colossali siano le torte da mangiare e spartire. Se il politico avesse mai avuto delle buone intenzioni, capisce al volo che ha le chiavi per tutte queste torte e che deve darle da mangiare in cambio di qualcosa.

-Essere un lecchino con chi gli da il potere è fondamentale. Una volta ottenuto il voto, una volta terminata l’opera di slechinamento per avere il voto delle masse, può concentrarsi ad arruffianarsi chi è nelle stanze del potere come lui. la prima regola è: “mai contraddire, mai andare contro le idee di chi è più potente, anzi assecondare”. In pratica un politico al potere è un semplice amministratore che non cerca conflitti, che non cambia nulla, ma semplicemente amministra al fine di far crescere la sua posizione di potere e privilegio. E’ questo il problema politico più grande, che appunto chi arriva al potere è in genere una nullità politica, un mero burattino privo di idee e personalità.

-Le caratteristiche esteriori e superficiali del politico sono quelle di convergere negli altri fiducia. Uno con la faccia da furbo, uno che sembra troppo intelligente è perdente in partenza. Non è una questione di come si è, ma di come si appare, di ciò che gli altri percepiscono superficialmente. Il politico deve avere una faccia da bonaccione, un pò da stupidotto. Guardatevi le foto alle campagne elettorali. Fanno tutti la faccia da buoni, da tordi, da onesti, da gente che “gli daresti le chiavi di casa tua”. Con facce di questo tipo si nasce, oppure si recita.

-Quando ti votano non guardano i grandi discorsi, la coerenza di ciò che dici, la profondità analitica di ciò che dici, ma al contrario tutta una serie di frasi comuni ben oltre il livello dell’idiozia. L’esempio più grande è quello della Lega Nord. Qualsiasi intellettuale anche di bassa caratura si sarebbe ed è accorto che i politici della Lega Nord non avevano alcuna sostanza e vivevano di slogan. Passare da parole come “secessione” e spostarsi gradualmente ad altre come “devolution”, “autonomia”, “federalismo”, “municipalismo”, “macroregionalismo” è quasi un prendere in giro semanticamente la gente. La sequenza semantica di 20 anni di lega nord è indice di completa idiozia o malafede. Questa è la dimostrazione che il popolo, la massa è facilmente addomesticabile con slogan che fanno leva tutto ad eccezione della razionalità. Ecco perchè i filosofi, quelli veri, finiscono al patibolo.

-Una caratteristica schifosa del politico è quella di dare la mano a tutti, sempre in modo sfacciato. Se potessero prenderebbero in braccio i bambini come Stalin, come Hitler, come Woytila e Ratzinger.

-Il politico è sempre amico di tutti. Fategli la domanda e vi dirà che lui non è contro nessuno, che lui è amico di tutti. Ma lo sapete perchè lo slogan politico che andava per la maggiore fino a qualche anno fa èra “lotta ai pedofili”? Perchè i pedofili sono relativamente pochi e quindi attaccare una categoria limitata e anonima è come proporrre di fare la guerra ai ratti del Polo sud o ai cocodrilli del lago di Garda. Vuol dire avere pochi a nessun nemico. Ma provate voi a dire che fate la lotta agli omosessuali, o agli evasori fiscali.

-In genere il politico è ossessionato di presentare un curriculum di tutto rispetto, ecco perchè hanno tutti comperato la laurea, perchè si riempiono di titoli, di lauree onoris causae etc… Ve lo immaginate uno che chiede il vostro voto dicendo che è pregiudicato, disoccupato, senza studio e senza soldi, magari vestito in modo convenzionalmente povero con i capelli lunghi e la barba incolta! La maggior parte delle masse non votano uno così, mentre invece hanno la naturale tendenza a farsi invaselinare da chi si presenta tutto tirato con pacchi di certificazioni. La lotta elettorale è una recita teatrale dove vengono presi in giro gli elettori. Dove proprio si cerca di mascherare la propria immoralità.

Diciamocelo francamente: che cosa spinge realmente un uomo a fare politica?

 

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One Comment

  1. Dopo aver letto questo servizio che illumina l’attuale situazione stagnante mantenuta ormai da quasi ventanni, da politici avari di potere nella Nostra Madre Patria Venethia, senza un bel che minimo riscontro alle richieste del suo popolo, mi chiedo del perchè a questa ostinazione di divisione e nel mantenere sempre questa rivalità tra Veneti invece di unirci e lottare per l’obbiettivo comune L’INDIPENDENZA?, divisione DA IMPERO ROMANO,che fa trasparire se pur in maniera diversa l’acapparrarsi l’obbiettivo del prima io e quello che dico io E BASTA?? con queste prerogrative questa situazione porterà solamente e pericolosamente ad un’altra delusione, che dopo questi ventanni non sarà SEMPLICE lavarci di dosso!!!! W San Marco

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