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Indipendenza!

NEGLI UFFICI ITALIANI

NEGLI UFFICI ITALIANI


In attesa davanti al municipo, si allunga la coda dei sudditi che aspettano che i portinai del potere aprano le porte. Fuori aspettano tutte persone di fretta, gente che lavora e non parassiti. Gli statali invece si avviano al lavoro in un trascinare i loro corpi goffi e inbruttiti dal servilismo, sembrano muoversi come tartarughe, in un ostentazione di pietosa compostezza, quasi a dare un senso nobile ad un esistenza inutile e schiava. Non possono aprire gli sportelli prima, ma la gente aspetta li da mezzora. Alle 9 in punto inizia la ressa e le code agli sportelli.

Un bangladese in attesa allo sportello mi confida che sta attendendo il passaporto italiano e sottolinea che lo vuole perché gli permette di andare a vivere in Inghilterra e dare ai propri figli quel futuro che qui non possono avere. Non adopera mezzi termini nella descrizione della bolgia italia e del suo sistema al collasso. Persino loro, i reietti della società si sono schifati dell’italia.

Io faccio il contrario sto avviando le pratiche per rinunciare alla cittadinanza italiana, provo orrore, vergogna, umiliazione ogni qualvolta qualcuno mi grida: “italiano!”. Non sono uno di loro, io non ho sulla mia pelle e storia gli strati infami di genocidi ed etnocidi. Io non ho perso tutte le guerre, io non ho tradimenti da scontare, io non porto la divisa e la cravatta dei raccomandati, non sono un prete stupratore, non mangio pizza o pasta e neppure gesticolo come una scimmia quando parlo, odio il caffè, non ho la tv e non parlo neppure italiano, se non quello che mi hanno obbligato con la frusta ad imparare quando studiavo nelle carceri scuola italiane.

I militari della prefettura chiaccherano fra loro ed odo quella frase infame : “lo stato è il nostro datore di lavoro e dobbiamo salvarlo”. Non c’è neppur più un minimo di etica in cui ci si pone la domanda se questo essere impersonale non fa piuttosto del male e che invece andrebbe abbattuto. Come gli operai di uno stabilimento tossico difendono strenuamente il diritto di far del male, di inquinare la società con uno stato marcio e corrotto all’inverosimile. In ogni parola sfoggiano ipocrisia ed il loro individuale interesse fa perder loro ogni capacità e visione reale. Sono schifato di questi uomini in divisa, loro sono il simbolo dell’italia.

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