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PAURA E IDEOLOGIA, TERRORE E PROPAGANDA

PAURA E IDEOLOGIA, TERRORE E PROPAGANDA

In che cosa si differenziano gli stati e la gestione del potere nella storia dell’umanità.

Gli stati così come li conosciamo sono di recente costruzione, andando indietro nella storia (almeno di quanto abbiamo traccia) troviamo società che partono dal villaggio nazione come entità autonoma ed indipendente in ogni senso, fino ai regni e agli imperi. Ammettiamo senza dubbio che le forme più democratiche sono i villaggi nazione, dove ogni individuo ha un peso notevole sulla società, il potere viene ripartito e il controllo è visibile a tutti. I regni e gli imperi del passato escludevano il concetto di partecipazione democratica al potere. Monarchi, papi, imperatori, si passavano lo scettro per eredità di sangue o attraverso bagni di sangue e nei casi delle teocrazie attraverso forme lobbistiche assolutiste. Fino alla rivoluzione Inglese, fino alla stesura della Magna Carta, il potere dei monarchi era assoluto. Successivamente, grazie alla rivoluzione Inglese e poi a quella Francese, il tabù dei monarchi viene distrutto (vengono decapitati) e si inizia una transizione secolare (tutt’ora in atto) verso forme di potere cosidette democratiche. Lungo questa vìa storica, incontriamo i “regimi hard” e i “regimi soft”.

Per capirci meglio in questi ultimi 2 secoli di storia, i sudditi delle entità geopolitiche chiamate stati, hanno avuto l’onore di vivere o sotto un regime hard oppure sotto un regime soft.

Spieghiamo la differenza:

-Un regime hard, può anche permettersi di far partecipare in qualche forma i sudditi alla vita politica, ma lo fa, incutendo loro un tale terrore che ogniuno si auto imprigiona nella paura. degli esempi possono essere la Russia Stalinista, il Cile di Pinochet, l’attuale Arabia Saudita, la Romania ai tempi di Ceausescu. La costante che mantiene al potere il governo si regge sulla paura, sul terrore. Riassumendo in un motto: “salta questo fosso o ti ammazzo”.

-Un regime soft, fa partecipare tutti alla vita democratica perchè ha la certezza di controllare le menti, i desideri e le scelte dei suoi sudditi. Non diventa un problema gestire il potere. Si tratta in buona aprte di una recita dove si crèano fronti politici rivali, ma che sotto sotto, rappresentano sfaccettature della stessa medaglia. Ad esempio la gabbia ideologica dentro cui far giocare alla politica i cittadini dell’Europa invasa dagli Usa nella seconda guerra mondiale, è stata fino a qualche anno fa la dicotomia destra-sinistra con la costruzione di un centro “buono”, “moderato”. Per 60 anni è stato sufficiente dipingere di cattivo la destra e la sinistra e convogliare il voto delle masse verso il partito filo Usa, collocato ipoteticamente al centro. Oltre a brogli, assegnazione strategica dei seggi, ciò che realmente ha mantenuto in vita i regimi soft è stata la creazione del consenso. Manipolare le menti dei sudditi, e farlo su grandi numeri, è diventata la vera arma del potere. I mezzi di comunicazione di massa ed il loro controllo è diventato strategico. Non a caso le sedi televisive e radiofoniche fino a qualche anno fa erano assediate dall’esercito a fini preventivi.

Esempi di transizione da regimi hard a regimi soft, lo troviamo in quella che viene falsamente definita “rivoluzione Rumena” avvenuta alla fine del 1989 in Romania. Si tratta invece di un caso di golpe in cui ci si è impadroniti del potere attraverso il controllo della televisione e di tutti i mezzi di comunicazione di massa. Naturalmente, la storiografia edulcorata e la macchina mediatica occidentale, non ammetterà mai tale verità, perchè l’assunto assiomatico dei regimi soft, è che i sudditi si ribellano spontaneamente per un senso naturale di libertà ed instaurano la democrazia. La verità è che i sudditi rumeni erano maturi per essere pilotati attraverso i media e quindi non era più necessario il terrore del regime precedente.

I regimi soft,vengono definiti, o meglio si definiscono “democrazie” perchè effettivamente i sudditi vengono chiamati ad eleggere i rappresentanti politici. E’ necessario chiarire che questi politici in genere non detengono pienamente il potere, poichè esistono delle strutture profonde di natura militare che non vengono sottoposte ad alcun vero controllo. E’ l’esercito la vera anima del potere, lo sono i servizi di intelligence e chi li controlla (in genere i vertici dell’esercito e della polizia). Esempi? Il Pentagono, il Sismi italiano, ogni stàto ha questa struttura indipendentemente dal suo essere soft o hard.

Un altra prova di ciò, è che i trattati militari, i segreti militari sono un vero e proprio off limits delle democrazie (anzidette definite “regimi soft”). Non solo, anche in materia civile esistono tutta una serie di ostacoli e porte chiuse su questioni che non possono essere discusse o sottoposte a voto, come ad esempio: l’integrità dei confini nazionali.

Detto questo, ciò che rimane vitale all’interno delle democrazie è: come manipolare il consenso, come controllare il pensiero dei cittadini, come far produrre alle masse consenso, come recidere fin dal suo nascere che nelle menti delle masse alberghi il dubbio. Si, perchè qualche singolo si può sempre emarginare, crminalizzare, si può sempre ricattare, si può sempre far passare per estremista o pazzo, ma il grosso non deve evadere dai binari del consenso prestabilito.

Perchè non permettere ai cittadini di votare via internet? Dal momento che operiamo nei nostri conti attraverso il web e sofisticati sistemi di sicurezza, perchè non possiamo votare vìa internet senza dover votare dei rappresentanti? Attuiamo la vera democrazia. Ed anche qui appare in tutta la sua falsità il cosìdetto modello democratico.

Il web e la ormai irrimediabile distruzione dei mezzi di comunicazione di massa (consumati solo da vecchi pensionati), stanno mettendo a nudo il modello di produzione di consenso che agiva sulle masse. La comunicazione e la possibilità di attingere informazioni di prima mano, ed addirittura l’eliminazione delle barriere linguistiche (attraverso i traduttori digitali e lo sviluppo dell’inglese) stanno facendo perdere il controllo del consenso dalle mani dei regimi sia soft che hard. In questo contesto, l’unica speranza di sopravvivenza dei regimi e del loro sistema di manipolazione e controllo, è di ritornare tutti verso forme hard di terrore diffuso, oppure di impadronirsi in modo capillare della rete, delle line di comunicazione e filtrare in modo ossessivo i suoi contenuti.

La censura del web, mette a nudo i limiti e contraddizioni dei regimi pretesamente democratici.

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