SILVIA DEAGLIO NEPOTISMO?

Denunciamo un caso quantomeno sospetto, forse cronico di chi è al potere.
Elsa Fornero quel ministro che ha versato le lacrime coccodrillesche e che ha messo sulla strada finora più di mezzo milione di persone(circa 1.5 milioni di persone). Fra Monti e la Fornero hanno raggiunto quasi i numeri di Stalin e Hitler. La Fornero oltre ad una montagna di patacche accademiche ha il posto fisso all’Università di Torino. Abbiamo seri dubbi sulle capacità analitiche di questa donna che secondo noi di economia e realismo non capisce nulla. Il marito della Fornero, il signor Deaglio, anche lui ha la cattedra nella stessa università. Un càso? Facciamo finta di si, facciamo finta che nello stato italiano le cattedre accademiche non si passano fra famigliari.
Andiamo adesso a vedere che cazzo fa la figlia di questi due statali che lavorano all’università di Torino e che alla faccia di milioni di persone che muoiono letteralmente di fame (la gente sta mangiando le scatolette per i cani!), si beccano lo stipendio ogni mese. Ecco, la figlia, sempre per caso, ha ben due posti all’interno della stessa università di Torino.
Ma l’intelligenza è genetica oppure nello stato italiano il nepotismo dilaga? Se i colleghi di questa Deaglio avessero dignità, la prenderebbero a calci in culo e farebbero sciopero finche non se ne va e lascia i due stipendi a chi se lo merita a chi fa i concorsi veri.
Con che cazzo di coraggio questi politici se ne stanno al calduccio con la loro prole, legiferano e vessano economicamente la popolazione? E poi addirittura fanno i comunisti nelle liste di sinistra?
E’ tutto infame, vergognati Silvia, vergognatevi voi dell’università di Torino, non crediamo al caso, conosciamo fin troppo bene quanto lurida è l’istituzione universitaria nello stato italiano.
Diciamo bastaitalia, basta raccomandati, basta nipoti, basta ruffiani, basta pilotare i concorsi, basta facciamola finita con l’italia.
Ipocriti e criminali legalizzati. Col crimine legalizzato mettono alla fame milioni di persone in un momento storico tragico, e loro perseguono a fare gli italiani.