SUDDITI E CITTADINI

La differenza fra suddito e cittadino, è che il primo subisce lo stato in tutte le sue forme e ne è parte suo malgrado e contro la sua volontà, mentre il cittadino è parte dello stato in quanto ne accetta il volere. Il cittadino è parte integrante dello stato, è a questo che serve il brainwashing che inizia dalla nascita, serve appunto ad allineare a conformare. Il processo di conformazione serve a rafforzare lo stato a renderne complici i componenti. L’olocausto ebraico è la testimonianza che un’intera cittadinanza ha accettato ed applicato senza fiatare i dettami del regime nazista. Il suddito invece obbedisce per paura, si adegua per interesse ed è sempre pronto a filarsela a tradire, ad approfittare, a distruggere. Il suddito può essere cosciente o meno della sua condizione. Se lo è, è un uomo libero, al contrario è uno schiavo. Il suddito cosciente della sua condizione è già dentro di se un uomo libero e può trasmettere questo agli altri sudditi. I cittadini invece sono come dei soldati, cercano di conformare i sudditi, di “integrarli”e se scoprono dei sudditi coscienti che parlano di libertà, li apostillano come “eversivi”.
Il suddito schiavo viene compatito, e si cerca in tutti i modi di allinearlo o almeno di colmare quel divario che lo allontana dalla piena conformazione. Lo zingaro, l’ebreo, il sioux, il sardo, il catalano, lo scozzese, il veneto, l’armeno sono uomini liberi, sono coscienti che lo stato in cui vivono è un regime che cerca di spogliarli della propria identità. La spogliazione identitaria è il prezzo che si paga per diventare cittadini ed essere remunerati con un buon posto di lavoro, una posizione sociale di rispetto.
Ma che cosa vuol dire essere cittadini ad esempio dello stato italiano?
-Il buon cittadino parla sempre e solo italiano, se parla Veneto o friulano o Sardo o Siciliano allora iniziano le prime discriminazioni: censure tv, censure radio, censure sui giornali, dispetti ed isolamento sociale, sanzioni che vanno oltre la legalità….
-Il buon cittadino impara a percepire il potere e le istituzioni come qualcosa da ossequiare, da rispettare indipendentemente che esse siano giuste o sbagliate. Il potere non si discute e persino le angherie di uomini in divisa, degli esattori delle tasse. Le violenze gratuite e le vessazioni vengono interpretate come “necessarie”. Il dubbio sulla moralità delle istituzioni e dei suoi rappresentanti non sfiora il cittadino.
-Il buon cittadino interpreta la sua condizione come la migliore possibile, il suo mondo come il migliore mai raggiunto fino ad oggi. Il “bene”, la “verità”, “la giustizia” trovano la loro realizzazione massima in quel sistema di cui lui è parte è che è il prodotto storico di cui lui è imbevuto.
-Il buon cittadino interpreta la storia come il prodotto necessario ed ineluttabile che determina il mondo in cui vive. La storia è per lui una necessità predeterminata dal teorema che l’italia è sempre esistita e la sua creazione è null’altro che una mera formalizzazione. E’ così che si arriva assurdamente a definire artisti, uomini d’arme e statisti del passato come “italiani”. Persino i resti di uomini primitivi vengono definiti “italiani”. Persino la lingua nazionale unica, viene interpretata come la più bella ed elevata fra tutte. Il resto sono “dialetti” che si esprimo no attraverso barbari graffiti!
-Il buon cittadino piange quando sente l’inno, piange quando vede innalzata la bandiera nazionale e si alza in piedi allo squillo delle trombe. Il buon cittadino condivide i drammi di coloro che ne condividono il passaporto. La condivisione emotiva, il senso di apaprtenenza vengono inculcati fin da piccoli attraverso tutta una serie di prodotti culturali. Ciò va dalla mappa nazionale appesa in classe, dalla foto del presidente e dalla bandiera ben in vista, dal brainwashing quotidiano di notizie inutili che hanno solo la funzione di ripeterti che sei italiano e che vivi in italia, tanto da indurti a dire, quando arrivi in qualsiasi scalo aeroportuale italiano: “sono arrivato a casa”. Credi di dirlo spontaneamente, certo, ti hanno imbroccato il cervello tutta la vita. Un bambino di 7 anni direbbe questa frase solo dopo aver varcato la soglia di casa, ma “tu” ti hanno castrato il cervello.
-Il buon cittadino riconosce tutta una serie di figure, di vip, di eroi, di personaggi, di musiche, di espressioni a cui è esposto quotidianamente attraverso un bombardamento mediatico totalizzante che va dal controllo dei suoni, delle immagini, persino degli odori! La cultura di massa è quella cultura che ti fa comperare gli stessi prodotti con una certezza a quasi 3 cifre percentuali, tra cui anche il made in italy, è la cultura del gran villaggio, la cultura della Fiat, i pomodori Cirio, la pasta Balilla, il latte Parmalat, la nazionale del calcio. E così ti inculano meglio obbligazioni, fondi, titoli di stato, azioni….
-Il buon cittadino può si dubitare che qualcosa non va, ma deve avere l’assoluta certezza che la via delle “riforme” è la via percorribile. Ribellione, obbiezione, rivoluzione, sono paroloni pericolosi che vengono percepiti come frutto del fanatismo. Il dubbio sulla legittimità ed esistenza dello stato italiano non deve neppure sfiorare il pensiero a tal punto che se qualcuno ti dicesse: “…e se l’italia sparisse ed al suo posto nascessero altri stati?”, tu ne usciresti con un sorriso commiserante per la pochezza di costui.
-Il buon cittadino percepisce come nemico od estraneo (straniero) tutto ciò che è fuori dai confini nazionali, tutto ciò che non appartiene alla sua sfera culturale, quella a cui è stato sottoposto con bombardamento mediatico.
Al margine della società v’è il suddito schiavo che è l’oggetto della compassione del cittadino, il quale spende e spande con programmi di integrazione sociale, con programmi di reinserimento. Il cittadino è così conformato ed allineato che interpreta l’anticonformismo del suddito e dell’uomo libero come malattie biologiche, ed è per questo che assieme alla nascita degli stati nazionali compaiono i manicomi, la psichiatria, gli psicologi. Costoro sono la risposta e la medicina soft per coloro che non si conformano. L’incorreggibile rivoluzionario, colui che come Giordano Bruno sconfigge con la sua onestà e razionalità ogni dogma o teorema nazionale e religioso, ebbene costui merita le punizioni più severe, l’isolamento, il silenziamento, il discredito più totale.