VINCE CHI ATTACCA

I vecchi si sono seduti su una sedia vecchia e rotta chiamata Italia e aspettano che tutto va bene, mentre i giovani in piedi attaccano e la stanno demolendo.
L’Italia ha già sfoderato all’inverosimile tutte le armi del nazionalismo. Con il 150° dell’invasione italiana del regno delle Due Sicilie e dell’invasione dello Stato Vaticano è iniziata una campagna di brainwashing, una campagna di conformazione mentale che ha raggiunto il massimo dell’idiotizzazione ma che ha anche nauseato i sudditi e creato un effetto contrario come quello di un elastico. Tira tira, alla fine quando molli torna indietro. Aver pigiato così sull’aceleratore del nazionalismo ha nuociuto all’inverosimile. Ciò che realmente importa è a cosa porta il brainwashing nazionale. I risultati si vedono e si videro anche in epoca fascista dove si fu costretti all’autarchia, dove in nome della letteratura e falsa storia, venne abolito lo studio e finanziamento della scienza a tal punto da far scappare Enrico Fermi e tutti i più grandi studiosi dell’atomo.
L’Italia non ha più colpi da sparare e gioca solo sulla difensiva. Badate bene, chi difende l’italia sono dei vecchi da centro geriatrico intenti solo a mantenere privilegi a spese della popolazione attiva e giovane.
La fine è inevitabile. Dall’altra parte troviamo sempre più agguerriti milioni di giovani indipendentisti da ogni parte, perchè l’indipendentismo non è di nessuna provenienza e nessun colore, e solo voglia di farla finita con i pachidermi ottocenteschi nazionali. I giovani indipendentisti sono il futuro, costoro attaccano, costoro producono memi contro cui l’ideologia tronfia e sorpassata del nazionalismo ottocentesco non può più competere. Ai sacri confini indelebili, si sostituisce un mondo aperto fatto di comunicazioni libere e veloci. Ai burocrati certificati si sostitusce lo snellimento e digitalizzazione dei processi che rende inutili milioni di parassiti statali. La privatizzazione reale contro i cartelli monopolisti di stato e affini, mette fine ai giganti della telefonia, dell’energia. Gli indipendentisti chiedono la morte dei monopoli su comunicazione ed energia. Gli indipendentisti chiedono di farla finita con milioni di parassiti in uniforme e di smetterla con il terrorizzare la popolazione seminando insicurezza attraverso i media. I giovani indipendentisti dicono basta religione unica di stato, basta con la sessuofobia e maschilismo di stampo militaresco. I giovani indipendentisti dicono basta nascondersi dietro parole vuote come patria, come sacrificio, come inno per celare intaressi di categoria. I giovani indipendentisti dicono basta con un sistema fiscale atto solo a prelevare per mantenere i privilegi. I giovani indipendnetisti vogliono mandare a casa milioni di parassiti che si vestono di tricolore per giustificare uno stipendio. I giovani indipendentisti dicono basta privilegi ai vecchi, basta privilegi e segreti bancari, basta truffe finanziarie coperte dallo stato e dai suoi magistrati. I giovani indpendentisti non vogliono più pagare canoni, accise, imposte, marche da bollo, ed ancor meno pagare la pensione ad un esercito di vecchi. Se l’Inps se li è mangiati, non è giusto tassare i giovani ed impedire a loro di vivere. I vecchi se la prendano con chi ha gestito l’inps, con chi ha stampato bot, con chi ha gestito e gestisce finanza e politica nello stato italiano. Impalate i colpevoli, i giovani vogliono vivere e non più essere parassitati.
Gli indipendentisti attaccano su tutti i fronti, è ormai chiaro chi è il nemico, sono chiari gli obiettivi plitici ed economici. Gli indipendentisti attaccano, criticano, adoperano i nuovi mezzi di comunicazione per creare una coscienza della rivolta ad un sistema marcio che li opprime e che è autodistruttivo.
L’indipendentismo è progresso, è innovazione, è un tocco di gioventù in un mondo di vecchi rincoglioniti parassitanti che tutto pretendono, che tutto hanno avuto, che nulla vogliono cedere.