IDEALISMO E CORAGGIO, MATERIALISMO E PAURA

In termini filosofici possiamo metterla così: “chi vive per avere, rinuncia ad essere, e alla fine della vita, quando la morte incalza, tutto il suo avere diventa inutile. La morte è il dramma peggiore per chi ha vissuto per l’accumulo.
Vivere per essere, dà libertà, una libertà di natura interiore non certo esteriore.
Chi vive per essere e rinuncia all’accumulo si riempie di qualcosa che lo accompagna ovunque e non gli fa temere di perderlo, come invece accade per chi accumula beni materiali e si prostituisce anima e corpo per conservarli.
Chi vive per essere fa un tacito patto con la morte, la rispetta ma non la teme perchè il suo essere cessa con lui e allo stesso tempo può sopravvivere nel tempo come un testimone passato di mano in mano in una staffetta verso l’eternità.
Ma che cazzo centra tutto ciò con l’indipendenza ed il coraggio dei Veneti nella lotta per l’esercizio della loro repubblica e libertà, contro l’oppressione e dominio dell’Italia?
Quale coraggio può animare uomini che hanno vissuto per accumulare denaro, per accumulare mucchi di mattoni e di cemento, quale coraggio può animare uomini che hanno da perdere ciò per cui hanno vissuto tutta la vita? Come può un imprenditore affrontare uno stato che per ritorsione gli porterà via tutto ciò che ha e per cui ha vissuto? Come si possono fare le rivoluzioni con indosso un zaino pieno di averi?
Per combattere le guerre moderne bisogna armarsi prima di idee e vivere di sogni, il resto viene da solo.