QUANDO È LEGITTIMO RIBELLARSI ALL’OPPRESSIONE

Quando diventa legittimo ribellarsi, quando soverchiare un potere diventa un obbligo morale da parte di ogni cittadino?
Ribellarsi vuol dire disubbidire alle leggi e compiere una serie di atti contro un potere esistente. In questo caso ci riferiamo allo stato italiano, un entità geopolitica in cui i sudditi vengono angherizzati in modo legale, in cui la legalità è strumento di oppressione, dove si adoperano le istituzioni per opprimere la popolazione ed umiliarla. Ribellarsi è dovere quando la legge diventa strumento di persecuzione, quando la legge diventa l’alibi dietro cui si giustifica il male contro la popolazione. I ministri e presidenti che si susseguono nello stato italiano sono dei criminali legalizzati, dei moderni boia che adoperano la legge ed i suoi cani fedeli, per mantenere una rete di privilegi estesa a milioni di persone che hanno vitalizi, pensioni e stipendi garantiti dalla posizione dentro le istituzioni. Due intere generazioni sono state schiavizzati da una generazione di gerontocrati che hanno tutto: potere economico, politico, controllo dell’informazione. E come non bastasse iniziano a barare rifiutando persino gli scontri elettorali, i referendum etc….
In una situazione di questo genere dove si opprime attraverso la tassazione ed il controllo ossessivo della vita, dell’economia, dell’informazione, è necessario ribellarsi, è doveroso combattere con ogni mezzo contro questo sistema schiavizzatore.
Quando è evidente l’abuso della legalità nei confronti di diritti elementari come il diritto ad avere un abitazione, il diritto a mangiare dignitosamente ad avere la possibilità di riscaldarsi e coprirsi a poter lavorare facendo impresa ad avere servizi dignitosi ed efficienti…. Quando il sistema nega tutto ciò, quando si è vittime di un apparato che non garantisce più questo ma che addirittura lo demolisce, allora bisogna ribellarsi e distruggere questo sistema ed i suoi protagonisti.